Ma sono le parole del Direttore di Left, Giovanni Maria Bellu, che potete leggere qui http://goo.gl/QPekQC , a spalancarmi negli occhi mille immagini del mio socio, come tante finestre di vita e comprensione e complicità e...
Grazie da Aglaja
"Le pagine del calendario che trovate nel mezzo di questo numero, sono il tempo che Enzo Costa non ha più.
Ci sono arrivate per mail la mattina del 15 dicembre, col consueto
messaggio gentile e discreto: «Fammi sapere se lo ritenete adatto a Left». Enzo comunicava così, come nei suoi aforismi: non proponeva, ma suggeriva,
poi era l’interlocutore, o il lettore, a dover decidere se entrare
nelle piccole stanze che costruiva con le parole. Certo, se entravi non
avevi scampo. Non c’erano sconti, indulgenze, possibilità di fraintendimento.
Enzo, sovversore dell’ordine semantico costituito, se n’è andato in un attimo, poche ore dopo, per una crisi cardiaca.
Il suo ultimo lemma – “Onestà” – era già in pagina e lui aveva appena
rilanciato su facebook il lemma del numero in edicola. Alle 16,51 è
arrivato un messaggio dalla sua mail, ma non era suo: «Sono Aglaja, devo
scrivere quello che mai avrei voluto scrivere: Enzo è morto poco fa.
Scusate, non so aggiungere altro». Abbiamo sperato che fosse una specie
di scherzo. L’incipit di un messaggio più lungo che si era interrotto.
Come se fosse possibile che Enzo, almeno una volta, una sola, non
prendesse sul serio il senso delle parole, che ha difeso eroicamente, strenuamente, fino allo sfinimento, per tutta la sua breve vita.
Abbiamo insensatamente atteso il seguito, la battuta finale, il
graffio. Abbiamo aperto il file del calendario e letto la frase che Enzo
ha scritto nella prima pagina: «Ho avuto un incubo: andavo nel futuro
con la macchina del tempo, ma poi non ho trovato un posto dove
parcheggiarla».
Enzo ci redarguirebbe se provassimo a far passare quella frase come
una premonizione. No, non credo proprio che avesse in mente la propria
morte. Ha convissuto, come tutta la nostra generazione, con quella dei
luoghi dello scrivere: era questa la morte che temeva. Ha sofferto come
un lutto la chiusura de l’Unità, salendo subito dopo – generosamente, gratuitamente – su questa barca fragilissima. Anche per questo lo sentiremo al nostro fianco fino all’ultimo colpo di remi". GIOVANNI MARIA BELLU

Left 20/12/14
Nessun commento:
Posta un commento