Anni fa, Alberto Gagliardi lo si poteva trovare sotto la luce fioca dei lanternini, mentre elevava inni coreani a Silvio combattendo spettri umani (i “comunisti”, a Muro franato) ed associativi (la Coop). Ieri, lo ritrovo illuminato su Repubblica, mentre avalla la Moschea e deplora chi, a destra, soffia sul fuoco della paura. Non è stato folgorato sulla via della Mecca: dice solo cose ragionevoli. Onore a lui. Se poi traesse conseguenze politiche dalla “qualità” dei suoi alleati, l’inno coreano glielo eleverei io. Enzo Costa
Occhio alle spalle!
Repubblica Genova 11/02/09
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