Leggo la bella intervista di Gessi Adamoli a Gianni Rivera e, oltre a constatare il caso non frequente di un (ex) calciatore pensante, verifico quello del sottoscritto senescente: Rivera è la mia madeleine di un calcio perduto, in bianco e nero, ante-decoder. Di telecronisti laconici e solitari: "Rivera, Rivera, rete!", scandiva asciutto Martellini. Due volte il nome, poi l'esito dell'azione, senza diluvi di parole, verbi, superlativi e sproloqui di commentatori annessi. Sarà stata la magia dell'infanzia, ma allora vedevo di più. Enzo Costa
Direttamente dai ricordi di una vecchia bambina :-)
Repubblica Genova 17/06/10
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