Mi sono messo nei suoi panni e ho iniziato a singhiozzare: dimenticato da tutti, disperso, reietto. È un classico di stagione, d’accordo, ma ogni volta è più doloroso perché ogni volta pensi non possa più accadere. E invece accade di nuovo: prima, illuso da attenzioni, premure, fermi propositi di curarlo, proteggerlo, farlo crescere. Poi, con l’arrivo dell’estate, il solito, crudele abbandono: nessuno più che si occupi di lui, che lo accarezzi, che anche solo lo nomini: tristissima, la vita del Terzo Valico. Enzo Costa
Repubblica Genova 03/07/10
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