Va bene che il calcio oggi è la metafora della vita nevrotica, va bene che dai giocatori bandiera si è finiti ai giocatori banderuola. Ma la parabola di Toni queste fisiologiche patologie pallonare le ha aggravate: un bomber non più esplosivo arriva a Genova fra la ola di opinionisti e ultrà, poi viene spernacchiato dal suo presidente, schifato da pubblico e critica e sbolognato alla Juve (poi sjuventato al Bologna?), in un frenetico testacoda emotivo. Per una volta, bisognerebbe dar retta a Schifani: moderare i Toni. Enzo Costa
Repubblica Genova 09/01/11
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