Sarò anziano e/o uno della Casta, ma non capisco l’allarme che gira in rete per la sentenza della Cassazione per cui gli insulti su Facebook, anche contro soggetti non nominati ma identificabili, incorrono nel reato di diffamazione. Anzi, lo capisco bene: per chi, parandosi dietro alla libertà del web, sa solo vomitare offese, è dura argomentare, o usare l’ironia. Ma le piazze virtuali sono, appunto, piazze, luoghi pubblici in cui si risponde delle proprie parole (strano, in queste ore non leggo insulti alla Cassazione…). Enzo Costa
Repubblica Genova 25/04/14
tutti i diritti riservati
2 commenti:
vero ognuno deve argomentare quello che dice e in rete si trovano dei commenti e dei personaggi assurdi... è anche vero però che da anni ormai cercano di mettere un freno a questa nuova libertà dimenticandosi altri problemi
Sarò sempre contro a chi vuole mettere freni alla libertà di espressione, e contro a chi intende la libertà di espressione come libertà di insultare impunemente.
Posta un commento