Nel mio serial monologo
con furba e truce spocchia
mi vesto da Necrologo
del morto do a capocchia:
di funebre ritratto
omaggio ogni avversario
scandisco “Putrefatto!”,
la folla va in delirio;
chiunque non mi aggradi,
per quanto in vita sia,
so toglierlo dai piedi
con “ilare” autopsia:
“È salma!”, bercio e ammicco
(col pubblico crea feeling),
da poliglotta un tocco:
quell’altro? “Dead man walking!”.
Becchino di viventi,
io campo sul ferale
mancandomi argomenti
la butto in funerale
il ragionar mi è ostico
per cui, con mente spenta,
segnalo il cadaverico
la piazza ciò accontenta.
Nel sepolcrale attacco,
un altro colpo sferro
formato astuto pacco:
i morti mi accaparro.
“Pertini è qui con noi!”
proclamo impunemente
(essendo morto, lui
non può smentire niente)
e col mio socio caro
di brand, grande talento,
su Berlinguer deliro:
“È del-nel MoVimento!”
affermazione-bomba
“pensiero” inaudito
(che lui, dall’oltretomba,
non ha certo smentito):
di Enrico, mite, timido
onesto, serio, colto
mi approprio, astuto e pavido;
è un Pantheon sconvolto
per logica e decenza
(con quest’appropriazione
incarno, in evidenza,
la immoral questione).
Malumorismi 24/05/14
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