I LANTERNINI – NEL PENSATOIO DI SANT’ILARIO da Repubblica Genova 04/09/12

Vibro di orgoglio campanilistico, pensando che nel suo eremo di Sant’Ilario il (non) leader dei 5 Stelle sforna formule politiche a ciclo continuo. Dopo un diluvio di epiteti e insulti per gli avversari (“salma”, “zombie”, e via mortificando), dopo il programma di processi di piazza contro i politici (da una vecchia idea ad una stella a cinque punte), ora dice che i media instillano odio contro di lui per farlo eliminare. Sento che fonderà il Partito dell’Amore. L’ho scritto: in Italia i carnefici sono spietati, ma i vittimisti feroci. Enzo Costa

Repubblica Genova 04/09/12

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I LANTERNINI – DALLE STELLE AL SILENZIO da Repubblica Genova 02/09/12

Per carità: uno alla Festa Democratica è libero di non andarci. A quella di Genova non viene neppure Bersani. Ma colpiva come il 5 Stelle Putti, nell’intervista a Raffaele Niri, declinava l’invito: “Per noi la politica è fare, non parlare”. L’idea che la politica non sia anche dibattito è pre-democratica (per non dire antidemocratica): le parole sono importanti, anche solo per smascherare, in un contraddittorio, le fumosità altrui. Non è un caso se il Parlamento si chiama così. E a me Webmento suona male. Non so a voi. Enzo Costa

Repubblica Genova 02/09/12

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I LANTERNINI – L’ABITO NON FA IL MANAGER? da Repubblica Genova 06/07/12

Se a Parma l’autoproclamato nuovo che avanza in formato 5 Stelle ha dovuto fare retromarcia per un curriculum reticente di un prospettato assessore, può capitare che al presidente Preziosi tocchi esitare causa lievi grane giudiziarie di un annunciato manager. Ora riconvertitosi da amministratore delegato in amministratore deferito. Sì: in materia il Genoa non è fortunato, ma qui forse ha inciso l’anagrafe: uno di nome Lo Monaco ispira più fiducia rispetto a uno, per dire, di nome Lo Ergastolano. Enzo Costa

Repubblica Genova 06/07/12

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I LANTERNINI – LA MAGGIORANZA SCHIFOSA da Repubblica Genova 10/05/12

Lo dicono all’unisono tutti i 5 Stelle (movimento nel cui simbolo si leggono un nome e un cognome a caso): “uno vale uno”. Ergo, uno è Grillo, uno Putti. Il secondo, stilisticamente, è l’opposto del primo: non urla, sussurra. Non spara “vaffa”, al più “perbacco”. Non è un comico riconvertito in guru, ma un educatore ritrovatosi candidato. Che, dal 14% dei 5 Stelle, ripete che lui rappresenta i cittadini, a differenza dei politici non grillini. Ergo, chi ha votato per il restante 86% non è un cittadino. Che bel concetto mite. Enzo Costa

 Repubblica Genova 10/05/12

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