Non è (si spera) per affinità da comune disabilità, se scrivo un lanternino di vicinanza ad Annarita Martino, la ragazza allontanata dall’Oviesse perché “rea” di intralciare gli acquisti con la sua carrozzina. E’ per immedesimazione: quella che dovrebbe scattare con una piccola domanda (“e se fosse capitato a me?”) in chiunque apprenda di una discriminazione patita. Quella che non è scattata nel direttore-sgombratore: mettersi nei panni degli altri ci rende più gradevoli agli altri. E quindi, alla fine, meno soli. Enzo Costa
Persona
Repubblica Genova 23/01/09
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