Venerdì entri a Palazzo Ducale e trovi la scintillante intelligenza di Luciano Canfora, che ti accompagna con lieve profondità tra le falsificazioni della storia, dal “testamento” di Lenin alle missive spedite a Gramsci in carcere. Ti ristora il suo affabile stimolarti alla conoscenza, il suo appellarsi al dubbio come fonte di verità. Poi, esci, e – dopo una pioggia cupa – ti raggelano tristi notizie televisive di manipolazione dell’opinione pubblica mediante l’uso del dolore altrui. Squallide falsificazioni per gli storici del futuro. Enzo Costa
Repubblica Genova 08/02/09
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