Torno sul luogo del diletto: questa è la seconda raccolta dei miei Lanternini, la minirubrica che esce in prima pagina nell’edizione genovese di Repubblica. Vale a dire il meno peggio di quasi sei anni di otto righe quotidiane (salvo lunedì sabbatico) su eventi travolgenti, mirabolanti ed insignificanti, uomini potenti, affascinanti e strafottenti, figuranti e loschi figuri, persone e bagetbozzi abbattutisi su di noi dal gennaio del 2003 all’ottobre del 2008. Lanternini, dunque, come specchio deformante e – nelle intenzioni – illuminante Genova e la Liguria, ma anche riflettente l’Italia, i cui primi attori, valori ed orrori trovano occasione di manifestarsi in queste lande più o meno desolate, a volte direttamente, a volte mediante opportune ed inopportune varianti locali. E’ un diario personalissimo e pubblico, quello che vi accingete a sfogliare, che ho pensato di ritmare in sei capitoli scanditi da schede introduttive su ciascun anno, così da agevolare (o complicare) i ricordi.
Diletto, dicevo. Almeno per me: nulla ristora dalla fatica di un corsivo breve al giorno più del piacere di scriverlo. E, ovviamente, della speranza che – negli altri – si traduca in piacere di leggerlo. La mia ambizione (o presunzione) è quella di divertire e, qua e là, istigare qualche piccola riflessione. La certezza è quella di essermi divertito molto. La preghiera per voi tutti è quella di essere clementi.
Enzo Costa
Dalla prefazione di Michele Serra
“Mi leggo i Lanternini uno in fila all’altro, come le esili collane di piccole luci che di notte orlano il mare lungo la costa ligure: e non vedi più lo scempio edilizio, solo un brillio decente. E puoi illuderti che la Liguria sia ancora bellissima.”
Michele Serra
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