Com’era suggestivo, l’argomentare di Giuliano Ferrara a Qui Radio Londra di giovedì 26 gennaio. Sempre misurato, sobrio, montiano nei toni (dopo il periodo “mutande libertine” e quello “boccacce a Sarkò” è il suo registro per l’attuale stagione politica), ma - vivaddio (nell’accezione per atei devoti) - berlusconiano, meglio, berlusconòfilo nei concetti. E soprattutto suggestivo. A partire dal corredo filmico della sua tesi politologica: la sequenza finale del Caimano di Nanni Moretti, quella in cui il Cav. versione barbuta, dopo la condanna penale, si allontana in auto dal tribunale indossando uno sguardo torvo mentre, alle sue spalle, brillano i fuochi sinistri dei tumulti scatenati dai suoi seguaci. Immagini utilizzate a mo’ di spiazzante non-didascalia della presente situazione politico-istituzionale: “Vedete?” (semplifico il concetto dell’Elefantino, virgolettandolo per creare a mia volta una qualche suggestione) “Quello che era passato per un film profetico si è rivelato una fiction fantascientifica: Berlusconi sta tranquillamente affrontando i suoi processi e, quel che più conta, ha rinunciato al governo anteponendo l’interesse pubblico a quello personale. Benché non fosse tenuto a lasciare, benché poi si sia capito che il crescere dello spread non dipendesse dal suo guidare l’esecutivo, ha fatto un passo indietro, con discrezione e dedizione al Bene della Nazione, alla faccia dei cupi presagi morettiani a base di un preteso Leader irresponsabile che istiga alle jacqueries il ceto medio teledipendente. Volete la prova regina?” (continuo col mio sommario virgolettato del suggestivo ragionamento del Nostro) “Eccola: Bossi lo dileggia per il suo ostinarsi a sostenere Monti e Lui, stoicamente, pur se magari – concediamoglielo - ipocritamente, non stacca la spina, in ossequio alla Politica con la ’p’ maiuscola!”. Argomentazioni così suggestive che mi hanno suggestionato. In un istante, ho scordato tutti i tentativi di Papi di evitarsi i processi con leggi, lodi e prescrizioni, tutti i suoi attacchi feroci ai giudici, alla Consulta, a Napolitano complice di quest’ultima, tutte le sue resistenze di stampo scilipotiano a mollare il Potere. Poi, sono arrivato alla questione Lega: ho pensato all’ipotesi che l’eroico Silvio avrebbe opposto un no da Statista agli inviti screanzati di Bossi a far cadere Monti anche se il Pdl fosse risultato in testa ai sondaggi e non, come invece è, in caduta libera. Ho pensato, insomma, a Berlusconi che rinuncia al voto non per interesse, trovandosi nella situazione in cui oggi è Bersani. Ci ho pensato, ma tale scenario mi è parso incredibile. Ferrara è suggestivo, ma non fino a questo punto. Enzo Costa
l'Unità 28/01/12
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