In questi giorni, fra un tuffo al cuore e l’altro da ipersensibilità da panico (“cos’è ‘sto rumore sinistro? la lavatrice del secondo piano o una scossa del terzo grado?”, “perché il mio cane è agitato? sente il terremoto che arriva o la fame che morde?”), provo umana pietà per i sismologi. Un lavoro usurante, il loro: misurata l’ultima oscillazione, debbono andare in tv a rassicurare, senza sapere come. Se riescono a dirci di stare tranquilli senza che, a metà intervista, riprenda a franare l’arredamento, paiono sollevati. Enzo Costa
Repubblica Genova 01/02/12
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