Sprizza perentorietà da marketing editoriale, la pubblicità nell’inserto libri: “Mettere gli Stati sopra la finanza, le regole al posto del caos, il bene comune sopra il profitto di pochi”. Diffido delle ricette facili, ma quando le dispensa Giulio Tremonti, autore del così magnificato tomo “Uscita di sicurezza”, soccombo al loro fascino. E non è solo l’appeal di un uomo seduttivamente problematico, teorico della finanza creativa fino ad ergersene a nemico patentato, fustigatore di condoni prima di diventarne un produttore seriale, compilatore di un saggio per la salvezza economica nei giorni in cui sfornava manovre governative che ci affondavano. Mi attrae il suo eloquio esoterico: da Fazio ha più volte sussurrato “e poi si autodistrugge”. In un caso si riferiva alla speculazione finanziaria, negli altri non saprei, forse al Male metafisico, forse al mostro di un videogioco manga, forse all’eterogenesi dei fini della profezia dei Maya. Comunque, mi ha convinto. Enzo Costa
da l'Unità 13/02/12
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