“Lei è sempre una persona squisita”, diceva al telefono Alberto Maccari credendo di parlare con Bossi, mentre invece stava cinguettando con un imitatore del Senatur che gli giocava una burla radiofonica. Ora, qui non voglio soffermarmi sulla tendenza dei vip a cascare nelle trappole di un finto-Bossi (Maccari arriva dopo Cosentino), né sulla propensione di un giornalista del servizio pubblico alle effusioni private con un politico. Rimarco solo un aggettivo di quella frase: “squisita”. Ecco, anche volendo tenersi buono l’Umberto, dargli della persona squisita, col rinforzo dell’avverbio “sempre”, non suona azzeccatissimo, neppure alle orecchie di Bossi, che si conosce bene. Come dare dell’“affabile” a Tremonti, del “letterato” a Di Pietro, dello “slanciato” a Brunetta. Se non è eccesso di adulazione, è peggio: scarso fiuto da cronista. Eppure Maccari è stato confermato da Lorenza Lei alla direzione del Tg1: che anche il Maccari telefonico fosse un finto-Maccari? Enzo Costa
l'Unità 06/02/12
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