La vedo anche due volte al giorno, la fu ministra Gelmini
che aguzza lo sguardo in favore di telecamera per spiegare
che la legge elettorale, riguardando tutte le forze politiche in
Parlamento, non è materia del governo o della sola maggioranza.
È uno spettacolo suggestivo, vuoi per quella sua espressione
fiera, assertiva, tipica di chi nutre fiducia in se stesso e, quindi,
in un futuro luminoso fuori dal tunnel (dei neutrini); vuoi perché
una simile perentorietà di occhiata e di favella si ammanta del
fascino dell’indicibile, al solo rammentare che colei che ce la
propina via tg milita in un partito artefice a suo tempo, con la
sola maggioranza di centrodestra, di un’oscenità poi detta legge
Porcellum, volta a fregare l’allora minoranza di centrosinistra
sabotandone il probabile successo elettorale. Già: “al solo
rammentare”: ma chi è che, al giorno d’oggi, rammenta? Se la fu
ministra Gelmini ci serve durante i pasti questa sua apoditticità
espressiva e concettuale è perché sa che pochi, pochissimi
ricordano. Mi viene in mente (locuzione minoritaria) quando,
subito dopo il ritiro della fiducia del Pdl al governo Monti per
motivi di tattica elettorale, il buon Bersani avvertì la destra che il
Pd non ci stava a passare per l’unico responsabile dei sacrifici
imposti agli italiani. Seguì una campagna elettorale in cui Papi,
cancellando dalle teste degli italiani la recentissima storia politica,
fece passare il Pd come l’unico responsabile (con Monti) dei
sacrifici imposti agli italiani, col risultato che sappiamo. E così,
oggi, gustiamoci la lezioncina elettoral-istituzionale di Mariastella,
così come le sparate di Brunetta, Gasparri, Fitto e Carfagna
contro il governo delle tasse e filo-Merkel da loro sostenuto fino a
poche settimane fa. Memoria: cos’era costei? Enzo Costa
l'Unità 23/12/13
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