Il mio côté satirico si esaltava davanti a Francesca Pascale, esuberante espositrice di se stessa (extravelina? anarco-esibizionista? neofashionista?) a “Telecafone”, e fondatrice del club politico-umanistico “Silvio ci manchi”: all’Infedele di Gad Lerner portava una linea programmatica precisa: trucco meno pesante di Noemi Letizia, look più informale di Mara Carfagna, pose più composte di Angela Del Grande Fratello (che strano cognome!). In un’altra puntata aveva esposto al conduttore un suo progetto di riforma: cambiare colore ai capelli del conduttore. Ora dava un contributo al revisionismo storico spiegando che la Iervolino a Napoli era stata eletta grazie ai brogli. Assurdità che la spigliata signorina ripeteva come un mantra, con convinzione assoluta, in perfetta buonafede. Era la prova vivente dei guasti dell’imbonimento operato da Papi. Qui lo sbeffeggiatore che è in me cedeva il posto al cittadino suo convivente. Enormemente preoccupato. Enzo Costa
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