Giovedì, prima di mettere su Annozero, ho visto, a Destra-Sinistra su Primocanale, il cortese segretario del Pd Lorenzo Basso definire “simpatico” Gianfranco Gadolla. Il quale aveva pronunciato una “verità” che va ripetendo a tormentone: Marta Vincenzi, come candidata a sindaco, non fu una scelta del territorio ma un’imposizione romana. Un’affermazione falsa per tre quarti: la Vincenzi, fra le resistenze dei dirigenti locali, ottenne dai vertici nazionali del partito il sì alle primarie. Ma furono queste a sancirne la candidatura. Sostanzialmente, una scelta del territorio. L’opposto di quanto dice il “simpatico” Gadolla. Può darsi che il cortese Basso, non appena ho fatto zapping, ne abbia smascherato la bufala. Ma definirlo “simpatico” non agevolava l’operazione. Sia chiaro: Gadolla è simpatico anche a me. Anni fa, per dipingere una Genova disastrata, si fece ritrarre in un ameno paesaggio di bidoni dell’immondizia. Spiritosissimo, quell’accostamento fra la maleodorante rumenta sullo sfondo e l’elegante candidato in primo piano: un dandy che sguazza nei rifiuti è simpatico. Ma è lo stesso che racconta bugie strumentali sugli avversari. Ed è lo stesso che giorni prima, sempre su Primocanale, aveva detto cose gravi e pesanti sulla Moschea, sbeffeggiando don Gallo (“Toro Seduto!”), manipolando la questione islamica, soffiando sul fuoco della paura, irridendo bellamente i diritti di una minoranza, incurante che quel suo no assoluto ad un qualsiasi luogo di culto (non solo al Lagaccio ma dappertutto) fosse uno spregio a persone civili che vivono fra noi. Certo, il tutto con eleganza di toni (e di abiti). Ma, per questo, più preoccupante: ad aizzare i genovesi contro il Nemico Islamico e la sinistra che lo protegge, non era un rozzo capopopolo ma un distinto borghese. Avvilente vedere un centrosinistra così “educato” da non sottolinearlo. Non si tratta di dare corpo a risse televisive. Si tratta di dare la misura della gravità delle parole degli avversari, evidenziandola con precisione analitica. Mi auguro che nel resto del Destra-Sinistra da me non visto sia successo. Così come mi auguro che il cortese Basso, senza dare sulla voce a nessuno, abbia rimarcato contraddizioni e cattive azioni della destra. A partire dalla Moschea, c’è l’imbarazzo della scelta: dal no all’Islam scandito dagli adepti genovesi del Premier amicissimo di Gheddafi e Mubarak alla diversa posizione di Gagliardi; dall’apertura agli immigrati espressa proprio a Genova da Fini per arrivare ad una curiosa idea destrorsa della volontà popolare: leghisti, Plinio & C. si impancano a difensori del popolo col loro “referendum” su un diritto costituzionale come la libertà di culto. Ma il loro governo impone nuove centrali nucleari, in barba a un referendum e al parere delle Regioni e dei residenti nei siti in cui verranno ubicate. Siti tenuti segreti per non compromettere l’esito delle elezioni. Una bella idea di rispetto della volontà popolare! Chissà se il cortese Basso l’avrà fatto notare, così come il paradosso di Biasotti che ci inonda di spot in cui promette treni puliti e puntuali ed esami medici velocissimi omettendo di ricordare che lui ha governato la Liguria dal 2000 al 2005 (senza ombra di treni lindi e “svizzeri”, e con una Sanità con conti sballati ed assessori cambiati). Io, ripeto, guardavo Santoro: si occupava delle leggi con cui il Premier si sottrae ai giudici. Una voglia di impunità assecondata dalla destra intera. Quella che in tutto il paese, Liguria compresa, si erge a paladina della legalità. Chissà se il cortese Basso l’avrà fatto notare. Se non lo ha fatto, ha tempo per rimediare. Sempre che lo ritenga opportuno. Enzo Costa
"Gentilmente, Sig. Cav. Grand.Uff. Lup.Mann. Gianfranco Gadolla, potrebbe cessare per un momento di esternare spiritose invenzioni? La ringrazio infinitamente!"
Repubblica Genova 08/02/10
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2 commenti:
Ehm, ehm... caro Enzo... un referendum contro il nucleare in Italia non c'è mai stato, nonostante le leggende diffuse dalla vulgata verde.
Costruire nuove centrali può essere contro il buon senso, ma di certo non è contro il referendum.
Saluti,
Mauro.
Accidenti, la vulgata verde ha fregato anche me! (all'epoca, deduco, avevo votato contro le centrali del latte). In realtà, e so di stupirti, capisco la tua obiezione formale: quel referendum non aveva abolito il nucleare tout court, bensì solo alcuni specifici articoli di legge. Ma all'epoca anche i fautori di quel tipo di energia avevano riconosciuto che l'esito della consultazione fosse un no sostanziale all'atomo.
E.
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