Bello, Brunetta che - dalla Gruber - imputava il voto sul nucleare all’emotività sprizzando razionalità da tutte le smorfie e gli urletti. Sublime, da Santoro, mentre incarnava il Logos secernendo anatemi apodittici su Bersani e sinistra quasi tutta (ha risparmiato mio zio, che vota Pd), ed esibendo un classico del suo illuminismo ministeriale: strillare a pappagallo un unico concetto (talvolta) o epiteto (spesso) contro il Nemico di turno. Ora mi sfugge il refrain berciato ad Annozero: da emotivo, mi spavento per i dettagli e non bado all’essenza filosofica. Ma su Otto e mezzo mi sono applicato, annotando la razionalissima minifilippica brunettiana contro gli pseudoartisti che non fanno cultura. L’indomani, il ministro dileggiava e seminava razionalmente una precaria, e io mi rammaricavo: siamo così emotivi che votiamo sordi alle massime kantiane di Papi sul bungabunga. Enzo Costa
l'Unità del 20/06/11
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