Blogautore su Repubblica.it Sito ufficiale ... Vignette di Aglaja icone-fbEnzo su Facebook Sabato 29 novembre 2014, ore 16:30, presso il museoteatro della Commenda di Pré (Genova), INAUGURAZIONE MOSTRA "TRA IL DIRE E IL DISEGNARE C'E' DI MEZZO IL MARE" Un mare di culture, integrazioni, divagazioni per la matita di Aglaja e la penna di Enzo Costa. Con la partecipazione musicale di Roberta Alloisio e Mauro Sabbione.

lunedì 13 giugno 2011

I SEMIFRESCHI - L’acqua pura della conoscenza da VIVERE GENOVA 13/06/11


 L’acqua pura della conoscenza
I risultati dei referendum analizzati dalla penna "bacata  " di Enzo Costa 
Facile scriverlo col senno (del quorum) di poi, ma lo pensavo col dissenno (del battiquorum) di prima: il referendum, prima ancora che il “sì”, l’ha vinto il popolo del “sì”. E chiunque disponga di un minimo di obiettività (ma proprio di un minimo, diciamo di una misura appena superiore a quella in dotazione al Tg1), dovrebbe riconoscerlo: la vera battaglia - dura, sfibrante, esaltante e alla fine vincente - non è stata quella per convincere gli elettori a votare “sì”, bensì quella per far sapere agli italiani che una domenica e mezzo lunedì di giugno (prima, a maggio, no, perché Maroni voleva istituzionalmente l’esclusiva alla scoppola amministrativa per il centrodestra) avrebbero potuto fare un salto nelle cabine elettorali per far fare un salto di qualità partecipativa alle politiche energetiche, civiche e giudiziarie del nostro paese. Far conoscere (il fatto che esistesse l’appuntamento referendario) per deliberare: impresa titanica, giacché per compierla occorreva fronteggiare a telecamere spente colossi della disinformazione catodica pubblica e privata che avevano deliberatamente scelto di non far conoscere. Arrivati, per questo, al gesto o lapsus freudiano estremo di sbagliare le date della consultazione nei propri bollettini di distrazione di massa. Tele-sicari della comunicazione-zero, pronti a riconvertire in non notizie sul voto il fallito tentativo - operato dai loro mandanti di sgoverno - di cassare il referendum a mezzo decreto-bufala.

Ecco: davanti ad una simile sfida impari ed impossibile, logica e buon senso avrebbero imposto una resa preventiva. Ma non l’illogica utopia del popolo del “sì”, armatosi di tastiera, mouse, creatività e ironia. Quest’ultima, prima e sopra di tutto, è stata l’arma letale contro l’esercito potente dei video-occultatori: più questi si impegnavano alacremente ad oscurare via etere i fatti referendari, più i partigiani della libera conoscenza si industriavano a smascherarli, irriderli, eluderli sul web, e dalle piazze virtuali passavano ai vicoli reali, dai social network alle assemblee di condominio, da Youtube ai mercatini. Azionati, per l’appunto, dall’energia naturale e magicamente rinnovabile dell’umorismo, dell’intelligenza divertita e divertente, della parola fresca e leggera: mai come in questa occasione, come per una proliferazione contagiosa, sulla Rete sono circolati slogan esilaranti, filmati arguti, vignette e fotomontaggi spiritosi, e non sentenziosi o fanatici come talvolta invece capita in certi truci forum di invasati digitali emettenti post sommari all’ombra di comodi nickname.

E mai come in questo caso il mezzo, lo stile, il linguaggio, era il messaggio: se il modo con cui ci si informava del referendum suonava spiritosamente intelligente, ecco che ci appariva altrettanto intelligente e spiritoso (nel senso di benefico per lo spirito) andare poi a votare. E – per contrasto – terribilmente ottuso il codice omertoso di chi ci voleva tenere all’oscuro, e di conseguenza altrettanto demente il disertare i seggi.

Hanno vinto loro, questi eroici guerrieri del gentile e geniale passaparola (on-line e non), questi straordinari portatori d’acqua pura dell’informazione porta a porta (scritto minuscolo e senza annessi plastici): ci hanno fatto venire sete di conoscenza, di partecipazione. E anche di acqua pubblica (e sole ridente, e giustizia decente).


Genova, 13 giugno 2011

4 commenti:

lastreganocciola ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lastreganocciola ha detto...

Oh, "e adesso, pover'uomo?" era venuto in mente anche a me, ma io non avrei mai saputo renderlo visivamente efficace.
Quanto al tuo post, che dire, se non che sono d'accordissimo? L'essersi divertiti a pensare, trovare, inventare, condividere ogni sorta di idea purchè fosse ironica e leggera nonostante il contenuto serissimo, è stato il bello di questa campagna. E forse perfino Bersani comincia a capire che se ha qualche possibilità di essere ancora un riferimento, è grazie allo spirito autoironico da cui, incredibilmente, sembra si stia lasciando contagiare. Lui con tutti i suoi giaguari :-)

Enzo Costa ha detto...

È vero: uéi, ragazzi! Ma siam pazzi? Siam mica qui a togliere le castagne dal reattore a Scajola!

Aglaja ha detto...

Come si diceva, eoni fa?
Una risata li seppellirà! (speremmo!)
A.