Dunque una continuità c’è: quella dell’“a mia insaputa”. Per quanto tecnico e sobrio - invece che catodico e bungabunghesco - sia l’attuale governo, eccolo trascinarsi dietro quella particolare attitudine esistenzial-abitativa, trasversale a stagioni politiche e tratti antropologici della fauna ministeriale di turno. Variano le tipologie immobiliari (da casa vista Colosseo in proprietà a resort vista mare in usufrutto), la durata della resistenza alle dimissioni, la griffe onomastica dei protagonisti (“Scajola” evoca faraoniche scalinate alla Wanda Osiris, “Malinconico” un’incoercibile tendenza alla saudade in barba agli eccitanti omaggi della cricca), ma resta, immutabile, l’uso “inconsapevole” di dimora confortevole. Vischiosità che pare eterna: ci si immagina l’usciere prefettizio Depresso, futuro sottosegretario all’Interno del governo Colline del 2018, oggi residente in un attico vista San Pietro offertogli dal costruttore Geranio. All’insaputa di tutti.
Enzo Costa
l'Unità 16/01/12
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