“A Monza! A Monza!”: ha risonanze cecoviane, il sogno ministeriale bossiano di una tarda mattinata d’inizio estate a Pontida, sogno abortito all’alba del susseguente vertice romano. Il frustrato e malinconico stingersi dell’Utopia secessionista in vago miraggio di traslochi di poltrone nelle lande brianzole, è color verde bile. Ma, oltre ai livori del popolo leghista, si intuiscono i malumori dell’opinionismo terzista: stuoli di pensatori sedicenti indipendenti ci avevano spiegato che le magnifiche sorti e progressive del Carroccio dipendevano dal suo vitale radicarsi al territorio, dal suo sapido parlare alla pancia dell’elettorato. Mai che si obiettasse: “Se uno mi parlasse alla pancia, gli direi di alzare lo sguardo e gli argomenti”. Macché: i lumbard erano la Politica. Ora gli frana il territorio sotto i piedi. Gli editorialisti terzisti tacciono. Avranno il mal di pancia. Enzo Costa
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