Dunque, ora si tratta di dire che, con il ritorno di Casini alla base,
Berlusconi è in testa nei sondaggi. Si tratta di dirlo e ribadirlo. Si
tratta di ripeterlo dando per assodato il fatto, per scientifiche e
definitive le rilevazioni della sondaggista di fiducia del (fu?)
Cavaliere, per svanita ogni ipotesi di ballottaggio. Si tratta di
celebrare le virtù tattico-strategiche del fu premier Papi, di
rievocarne le campagne elettorali vincenti, al più riservando un
po’ di ammiccante ironia al trasformismo di centro del leader
Udc, reduce da solenni propositi terzopolisti con tale Mario Monti.
Si tratta di sbeffeggiare comodamente il pesce piccolo per
adulare servilmente il Caimano. Si tratta, quindi, di sorvolare su
come, in passato, questa capacità aggregativa di Berlusconi
avesse poi generato maggioranze Brancaleone, governi inermi e
rissosi (leggi ad berluscam a parte), “che fai, mi cacci?” e via
scannandosi fra “traditori”, futuristi liberi e follini, e al netto delle
campagne acquisti modello De Gregorio. Si tratta, perciò, di
deplorare, certo, più o meno fermamente, le pagliacciate anti-
euro della Lega contro Napolitano a Strasburgo, ma badando
bene a non annotare “e questi sarebbero quelli che, sommati a
Casini, garantirebbero il trionfo elettorale di Berlusconi”, giacché
tale annotazione, con la prospettiva di Borghezio agli Esteri o di
Buonanno alla Giustizia, attenuerebbe la Luce abbagliante
dell’attuale vittoria sondaggistica a reti unificate. Si tratta,
pertanto, di non soffermarsi sul dettaglio che all’odierno trionfo
virtuale al primo turno concorre la Destra di Storace, così da
preparare il palato del teleutente distratto a future, decisive ma
occultate intese elettorali con, chissà, Forza Nuova, Nazisti
Padani e Neo-Borbonici delle Due Sicilie.
Enzo Costa
da l'Unità 10/02/14
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