Pensate che io non veda i difetti del Pd? È una vita che li vedo,
fin da prima che esistesse il Pd: fin dall’Ulivo, fin dai Ds, fin dal
Pds. A ben vedere, i difetti del Pd li vedo fin dal Pci (sono
previdente, mi ero portato avanti col lavoro). Ma ciò che conta è
che i difetti del Pd, e dei suoi antenati, li vedono da una vita in
tanti. Li vedeva bene Bertinotti. Li ha visti bene, in vista delle
politiche, Ingroia. Coi risultati che, poi, abbiamo visto. Ma non
serve, forse, guardare al passato, quando nel presente c’è la
lista Tsipras. Che vede bene, benissimo, i difetti del Pd e,
allargando lo sguardo al continente in vista delle elezioni, dei
socialisti europei tutti. E chiede il voto alle europee per un’altra
Europa, un’Europa non dei poteri forti, non della finanza, non
delle banche. Mentre si sa, il Pd, per definizione, è il partito dei
poteri forti, della finanza (non sia mai che le cose siano un po’
più complesse) e delle banche, come dice pure Grillo e come ha
detto quel tale che ha aggredito Visco (ma Visco, da ministro,
non aveva fatto cose serie contro l’evasione fiscale, meritandosi
per questo gli epiteti della destra berlusconiana? Che la destra
berlusconiana sia la vera nemica delle banche?). E, soprattutto, il
Pd e i socialisti europei sono, ontologicamente, per le larghe
intese. Come denuncia la lista Tsipras. Anche se, per miracolo, i
socialisti ottenessero la maggioranza, si alleerebbero con i
popolari. Mentre votando la lista Tsipras si è quasi certi che i
socialisti non avranno la maggioranza, ergo le larghe intese
saranno più probabili. Ed è certo che votando Barbara Spinelli e
Moni Ovadia loro, poi, non andranno a Bruxelles. Dicono che,
avendolo detto prima, non è un trucco da vecchia politica. Sarà
così. Non stiamo a vedere sempre i difetti.
Enzo Costa
l'Unità 10/03/14
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