Blogautore su Repubblica.it Sito ufficiale ... Vignette di Aglaja icone-fbEnzo su Facebook Sabato 29 novembre 2014, ore 16:30, presso il museoteatro della Commenda di Pré (Genova), INAUGURAZIONE MOSTRA "TRA IL DIRE E IL DISEGNARE C'E' DI MEZZO IL MARE" Un mare di culture, integrazioni, divagazioni per la matita di Aglaja e la penna di Enzo Costa. Con la partecipazione musicale di Roberta Alloisio e Mauro Sabbione.
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sabato 22 dicembre 2012

I LANTERNINI – SENZA ALCUN RITARDO da Repubblica Genova 22/12/12

Peggio dei disservizi ferroviari, un classico di (ogni) stagione, c’è il ripetersi del loro indotto: l’assessore Vesco che annuncia multe e/o esposti contro Trenitalia e/o Rfi, Trenitalia e/o Rfi che respingono gli addebiti, viaggiatori infuriati, denunce sindacali di guasti da carenza di manutenzione. Capita con una puntualità che provoca un senso di impotenza, assuefazione, ineluttabilità. Il giorno in cui tutto ciò non avvenisse nel solito perfetto orario, mi sentirei smarrito. Come se avessi perso una coincidenza. Enzo Costa


Repubblica Genova 22/12/12

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sabato 14 luglio 2012

I LANTERNINI – IL SONNO DELLA POLITICA GENERA MOSTRE da Repubblica Genova 14/07/12

Vedo l’assessore Vesco che, ad una mostra sui treni in Regione, paventa lo stop ai trasporti pubblici dopo gli ultimi tagli di Monti. E ho una premonizione: un futuro di politica memorialistica. Governatori che inaugurano fiere dei bus d’epoca irraggiungibili causa ingorghi automobilistici da fallimento di aziende tranviarie. Assessori che lanciano “Amarcord scuola”, expo di lavagne di quando c’era l’istruzione pubblica. Ex sindaci che varano mostre di schede elettorali vintage intitolate “Do you remember elezioni?”. Enzo Costa


Repubblica Genova 14/07/12

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sabato 19 maggio 2012

I LANTERNINI – BINARIO MORTO da Repubblica Genova 19/05/12

Mi è difficile giudicare buona o cattiva la notizia del taglio, fra i treni regionali, del 70% della prima classe. È buona, se significa che ci sarà più attenzione alla qualità dei viaggi di molte persone non agiate. È cattiva, se fotografa un impoverimento di massa che si riverbererà sui meno abbienti. Mi sarebbe invece facile prevedere che anche su questo fatto si scontreranno i rappresentanti dei pendolari e l’assessore Vesco. Ma non mi va di finire sul binario morto delle notizie probabili e assurde. Enzo Costa


Repubblica Genova 19/05/12

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mercoledì 12 novembre 2008

I SEMIFRESCHI - IMMIGRATI: GUARDI LA MERICA E SCOPRI L'ITALIA da Repubblica Genova 12/11/08


Sarebbe inesatto se scrivessi che sabato pomeriggio, all’Auditorium del Galata Museo del Mare, si è parlato dell’emigrazione di ieri e di oggi, prendendo spunto dalla bellissima mostra sulla “Merica”, mai abbastanza celebrata. E’ vero che quello era il tema dell’incontro, sul quale si sono sviluppati i vari interventi. Ma quanto e più dell’argomento, è valsa – a definirlo con precisione – l’intensità con cui è stato affrontato, la partecipe profondità che lo innervava. L’emigrazione, dunque, del passato e del presente, quella d’inizio Novecento dei nostri nonni verso il Nuovo Mondo e quella del terzo millennio di moltissime etnie verso il Vecchio Continente, non solo raccontata, ma mostrata, documentata, fatta vivere e rivivere attivando memoria, emozioni e ragionamenti. Questo è stato, per esempio, lo straordinario intervento del direttore del Muma Campodonico: un chiaro, semplice, argomentato, colto invito a ricordare, a capire, a confrontare, a riflettere: le facce dei nostri emigranti, le loro storie di miseria e di ostinata speranza, l’accoglienza ostile riservatagli dalla nostra città da dove si imbarcavano, i drammi e le tragedie delle loro traversate, ci parlavano di noi, di cosa siamo stati, e ci parlavano degli altri, di chi – oggi – arriva qui patendo identici disagi, fuggendo da analoghe disperazioni, trovando avversità ed incomprensioni simili. Evocazioni ed informazioni, annotazioni e suggestioni: l’emigrazione come dolorosa condizione di vita che attraversa i secoli e le latitudini, i popoli e le epoche, che produce sradicamenti e spaesamenti in quanti la praticano, e tensioni e rimozioni in chi ora è nella fortunata condizione di essere dall’altra parte, di “subirla”. Ascoltando la splendida relazione del professor Campodonico, vibrante di una verità potentissima perché immune da ogni retorica, mi veniva da pensare alle parole oscene dei molti che oggi fanno politica e vincono le elezioni solleticando la paura degli italiani per gli stranieri, gli immigrati, i “clandestini”: quelle parole oscene non offendono soltanto chi arriva da fuori, ma anche noi, la nostra storia, il dolore di intere generazioni costrette un secolo fa a lasciare questo paese. Vedevo, l’altro giorno al telegiornale, un inenarrabile La Russa respingere la proposta di Epifani di sospendere la legge Bossi-Fini (che prevede il rimpatrio per gli extracomunitari che perdono il lavoro) con questa frase ghignante: “No, perché se sospendessimo la legge, inizierebbe un tamtam tra molti stranieri che direbbero ‘Uei, ragazzi, possiamo partire!’ “: “Uei, ragazzi”: un linguaggio da movida, da giovani sfaccendati che si radunano per andare in discoteca, messo in bocca a disperati che fuggono da povertà, fame e guerra, rischiando la vita in cerca di una qualche sopravvivenza. Osceno, La Russa, quasi blasfemo, davanti alle parole lette, sabato all’Auditorium del Galata, da due giovani immigrati dall’Africa, un ragazzo ed una ragazza, che raccontavano i terribili viaggi della speranza e della disperazione di altri immigrati. Ma c’era anche dell’altro, sabato: oltre alle considerazioni importanti e non demagogiche espresse da una politica degna di questo nome (quelle della sindaco Vincenzi e dell’assessore regionale Vesco), oltre agli esempi portati dal giudice del lavoro Haupt con l’agenda sui migranti di Magistratura Democratica, da Anna Maria Guglielmino dell’Associazione Muse con le sue iniziative didattico-artistiche e dal professor Bagnasco della Scuola Massignon per l’insegnamento dell’italiano agli immigrati, oltre alle narrazioni emblematiche di Nicla Buonasorte ed al coordinamento puntuale di Maria Paola Profumo, c’era il ragionare pacato di un esponente della Comunità di Sant’Egidio, Sergio Casali, e di uno studente liceale, di cui purtroppo ricordo solo il nome: Simone. Raccontavano con disarmante naturalezza il loro impegno quotidiano per l’integrazione, le loro attività volte all’inserimento (non solo) scolastico dei ragazzi venuti da fuori: persino i toni civili e pudichi dei loro racconti dicevano, ad una platea multietnica conquistata ed anche confortata, che Genova è anche questo, che l’Italia non è solo quella dei La Russa e dei Borghezio. Anche da noi, come è successo negli Stati Uniti, si può fare. Anzi, si sta già facendo. Enzo Costa


Frammenti di speranza ad Ellis Island

Repubblica Genova 12/11/08

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