Blogautore su Repubblica.it Sito ufficiale ... Vignette di Aglaja icone-fbEnzo su Facebook Sabato 29 novembre 2014, ore 16:30, presso il museoteatro della Commenda di Pré (Genova), INAUGURAZIONE MOSTRA "TRA IL DIRE E IL DISEGNARE C'E' DI MEZZO IL MARE" Un mare di culture, integrazioni, divagazioni per la matita di Aglaja e la penna di Enzo Costa. Con la partecipazione musicale di Roberta Alloisio e Mauro Sabbione.
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lunedì 27 gennaio 2014

SEMIFRESCHI - CHIARI DI LUNEDI': (FU?) CAVALIERE DOCET: NON CI SONO PIÙ I BEAUTY CENTER DI UNA VOLTA da l'Unità 27/01/14

Densa di suggestioni, la foto che giovedì svettava in molti quotidiani italiani: ritraeva Berlusconi in piedi sul balcone di un beauty center sul Garda. Fotografato dal basso, il fu Premier Papi esibiva un sorriso tirato (forse senza responsabilità del lifting), la mano sinistra sollevata sopra il capo con il braccio incurvato e proteso in avanti, un po’ a mo’ di protezione dai raggi solari, un po’ a mo’ di saluto benedicente ad una folla plaudente o ad un fotografo invocante. Un Cavaliere (titolo vacillante) che mostrava un’aria simil-rilassata, da post-Italicum, per quanto lievemente affaticata, a dar retta al braccio destro aggrappato alla ringhiera. Il look total black, comprensivo della classica polo ganza sotto la giacca d’ordinanza, era contrappuntato dalla mise bianco integrale del limitrofo Giovanni Toti, che, pur nella considerevole corpulenza, conferiva alla scena una certa freschezza giovanile mitigata, però, da quella sua tinta candida che lo caricava di un’aura paramedica: ad un primo sguardo, pareva un infermiere di turno. Ma una disamina più attenta lo svelava nella sua qualifica di direttore del Tg4 distaccato alla riesumazione di Forza Italia. Toti sorrideva alla non identificata platea sottostante, con l’espressione di chi ce l’aveva fatta, alla faccia di Emilio Fede e di Raffaele Fitto. Ma se il pubblico in basso era un’intuizione, le figure all’interno, nascoste all’obiettivo, erano una certezza: quella foto dal terrazzino emanava un sano sapore familiare. Si avvertivano, nella camera retrostante, Dudù scodinzolante e Francesca Pascale palpitante. Diversa atmosfera, rispetto a quella di una remota seduta ad un beauty center umbro con, anche, Marysthelle Polanco. Erano altri tempi, per così dire eleganti. E non c’erano fotografi. Enzo Costa


l'Unità 27/01/14

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domenica 27 ottobre 2013

I LANTERNINI – DI QUESTO (S)PASSO da Repubblica Genova 27/10/13

Prevedo avvincenti sviluppi alla denuncia per stalking telefonico di Ruby da parte dell’ex fidanzata di Luca Risso: l’avvocato Ghedini assumerà la difesa di Ruby; l’ex nipotina di Mubarak sosterrà che chiamava insistentemente l’ex fidanzata di Luca Risso perché convinta che fosse la nipotina di Gheddafi; Romagno Speranza (un cugino di Emilio Fede) testimonierà di aver creduto che Luca Risso fosse il nipotino di Carmen Russo, come gli aveva rivelato Lilli Bionda (la cognata di Lele Mora). Enzo Costa


Repubblica Genova 27/10/13

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lunedì 18 giugno 2012

I SEMIFRESCHI - CHIARI DI LUNEDI': LA LISTA DEL CAVALIERE: CHI C’È, CHI NON C’È E PERCHÉ? da l'Unità 18/06/12

Ma il criterio qual è? Al di là dell’innegabile meraviglia davanti all’ennesimo miracolo annunciato dell’ormai Trisunto del Signore, la moltiplicazione dei Paniz e delle liste, il pur minoritario razionalista che è in me una qualche riserva, in termini regolamentari, la avanza. Insomma: se ci si prefigge di accalappiare branchi di elettori di destra randagi stordendoli con il getto di fiammanti loghi di non-partiti, in base a che tipo di parametri, vincoli, clausole, viene data per più che probabile una certa lista cinica e per meno che improbabile un’altra? Perché, per dire, si prefigura una lista di under 40 (capitanata da Fitto) e non una di over 80 (guidata da Fede in coppia con la scatenatissima vecchina da discoteca che furoreggia dalla De Filippi a suon del suo rap “Più trasgressivo”)? Cosa ha di più la ventilata lista animalista della Brambilla della mai vagheggiata lista florealista di Luca Sardella, il viva(l)ista delle dive? Per quale strana, oscura, inconfessabile ragione si preannuncia una lista “Grandi Eventi” affidata (con pieni poteri e delega su saune e massaggi?) a Bertolaso, mentre non si fa menzione di una lista “Pronti Cementi” appaltata senza gara ad Anemone? Converrete con me che una simile vaghezza, se non arbitrarietà, nelle norme per la selezione dei nuovi brand (come si chiamano oggi gli specchietti per le allodole) e relativi capibrand, non solo può indurre alla polemica anche pretestuosa (da qui, all’uopo, la lista Sgarbi?), ma fa pensar male, e parlar male. Peculiarità, quest’ultima, che - nella sua accezione grillino-turpiloquiante – sarebbe alla base dell’incombente lista Santanché (per simbolo un dito medio popolaresco foderato in cachemire?). Ma, pure in questo caso, l’ingiustizia aleggia: perché la Santanché sì e Monnezza no? Enzo Costa 


l'Unità 18/06/12

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lunedì 23 aprile 2012

I SEMIFRESCHI - CHIARI DI LUNEDI': DA DE GREGORIPOTI A... SCILIPOTORIO da l'Unità 23/04/12

Gli ultimi sviluppi giudiziari della vita spericolata di Lavitola mi hanno illuminato: ah, già! In principio fu De Gregorio! Il prototipo del modello “dipietrista folgorato sulla via di Arcore” non era Scilipoti ma lui, che si convertì (a U) una legislatura prima, tracciando la via nello stracciare il patto con gli elettori. Un antesignano dell’apostasia nell’Idv causa crisi mistica per l’Unto del Signore, un precursore della fede scoperta nel Dio di Emilio Fede, prima ancora (segno di santità visionaria) che Lui assurgesse al Soglio di Papi. Come avevo potuto scordarlo? Più che averlo scordato, li avevo confusi. In me, per scarsa memoria, poche diottrie e oggettiva continuità antropologica (vantano entrambi un soma faccioso levantino da democristiano scaduto), pioniere e successore si erano trasfigurati in una figura indistinta: il De Gregoripoti. Lo Scilipotorio. Un’entità una e bina. Pronta a farsi trina nel dopo-voto 2013, al prossimo sconvertito da Di Pietro. Enzo Costa 



l'Unità 23/04/12

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martedì 3 aprile 2012

I SEMIFRESCHI - VERSANTE LIGURE: L’INVOLUZIONE DELLA SPECIE da OLI n°338 del 03/04/12

Se in peggio il mondo
di male incede 
e va involvendo 
da padre a erede 
(Darwin smentendo 
senza mercede), 
chi c’è, domando, 
dopo di Fede? 


da OLI

27/03/12

venerdì 18 febbraio 2011

I LANTERNINI - MENO MALE CHE SILVIO NON C’È? da Repubblica Genova 18/02/11

Non solo Gagliardi che fa saltare la Moschea al naso alla destra, e Ottonello che molla baracca e municipio per un assessorato: la Della Bianca che rivela dubbi sul dogma politico dell’infallibilità di Scandroglio (derivato dal dogma teologico dell’infallibilità di Papi), Vinai che coglie qualche contraddizione in seno al Popolo della Libertà fra fede e Fede (Emilio): piccole crepe nel monolite del Pdl ligure. Se Plinio & Rosso mormoreranno che Cassinelli non è fatto a immagine e somiglianza robusta di Silvio, sarà la fine. Enzo Costa


 Repubblica Genova 18/02/11

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lunedì 7 febbraio 2011

I SEMIFRESCHI - CHIARI DI LUNEDI': DAGLI AMICI SI GUARDI LUI da l'Unità del 07/02/11

Emilio Fede che, dopo aver dipinto dalla Annunziata la sala del bunga bunga come un’innocente location per le festicciole dei figli di Papi, innesta una farfugliante retromarcia. Carlo Rossella che, udito Lerner parlare dell’importante bunga bunga che avrebbe impedito a Papi di recarsi ai funerali di un alpino morto in Afghanistan, invia questa rettifica: in effetti quella sera era ospite del Premier con Fede, ma non se ne andò alle due e mezza bensì all’una meno un quarto (morigerato!), come da ricevuta dell’autonoleggio (pignolo!). Gli amici si vedono nel momento del bisogno, ma qui sono loro ad aver bisogno di un ansiolitico che li preservi da precisazioni affannate inguaianti l’Amico. Manca solo che Lele Mora giuri di passare da anni le notti a studiare Kant in solitaria, e che Apicella fornisca il suo alibi: ad Arcore c’era un suo sosia; lui, la sera, duetta con Uto Ughi. Enzo Costa 


l'Unità del 07/02/11

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lunedì 24 gennaio 2011

I SEMIFRESCHI - CHIARI DI LUNEDI': LUPI E AGNELLI da l'Unità del 24/01/11

Nei papisti, la negazione dell’evidenza per l’osceno delirio d’onni(m)potenza di Papi, assume varie declinazioni: in Alfano si traduce in ghigno truce da controscena minacciosa nel monologo di Crozza a Ballarò, smorfia schifata poi mutata in filippica smemorata (l’attacco ai pm milanesi già plauditi a luglio quando, in associazione con Maroni, aveva messo il cappello governativo sugli arresti anti-mafia al Nord). Nella Santanché, in un flusso di incoscienza fatto di epiteti a vanvera e interiezioni contundenti con fuga finale per precisa finalità politica: buttarla in caciara. In Bricolo, in tormentone straniato: “L’importante è il federalismo”. Nel ciellino Lupi, riluce di un’aura mistica: con accenti esausti e indomiti, ci offre la toccante testimonianza del proprio intimo tormento di uomo di fede devoto al Papa e a Papi, a sua volta devoto alle donne di Fede. Enzo Costa

 l'Unità del 24/01/11
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sabato 20 novembre 2010

I LANTERNINI - CI TOCCA L’ALBIKOKKA da Repubblica Genova 20/11/10

L’orgoglio campanilistico mi prende, quando penso che la prima sortita ufficiale di Ruby si è tenuta in un locale genovese. Ma poi ha il sopravvento il rammarico: ah, se non ci fosse stato il fermo di polizia! Se in quella notte meneghina la mancata nipotina di Mubarak si fosse astenuta dal furto con destrezza! A quest’ora il Premier, costretto al rimpasto, l’avrebbe fatta ministra alle politiche extracomunitarie. Si sa, a destra la classe dirigente è selezionata rigorosamente (dai book fotografici riservati a Fede). Enzo Costa


Repubblica Genova 20/11/10
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giovedì 24 dicembre 2009

I SEMIFRESCHI - IL "POST DUOMO" E LA FICTION A RETI UNIFICATE da l’Unità 24/12/09



Anche Mario Pirani odia? Lunedì 21 dicembre, l’editorialista di Repubblica è tornato a Bonn, riavvolgendo il nastro a prima del lancio sconsiderato e criminale del souvenir, per rileggere quel discorso del Premier e definirlo come un manifesto di un nuovo Stato totalitario. In cui un Capo votato dal popolo annulla gli altri poteri, i contrappesi di una normale democrazia liberale. Questo, era il discorso di Bonn. Basato su presupposti tanto indimostrati (i giudici sono al servizio della sinistra; i giudici della Consulta favoriscono la sinistra giacché in gran parte nominati da Presidenti di sinistra; gli ultimi tre Presidenti della Repubblica, essendo stati votati dalla sinistra, non agiscono imparzialmente) quanto gravi e offensivi, per le persone cui si riferivano e le istituzioni che esse rappresentano. Un quadro deliberatamente distorto (un “violento attacco”, per Napolitano), propedeutico a un disegno alternativo: uno Stato dall’unico Potere. Totalitario, per Pirani (e Scalfari e Barbara Spinelli). Definizione tecnicamente perfetta, ma moralmente colpevole? Impiegarla per descrivere il progetto di Berlusconi, significa odiare quest’ultimo, e attentarne l’incolumità armando la mano dei più fragili? Così è, per la vulgata (maggioritaria) Cicchitto. E il vittimismo feroce con cui lo si ripete in tv è già una prova tecnica di moderno totalitarismo. Esemplare, su questo, il dopo-Duomo: nell’etere posseduto e controllato dal Capo ogni giorno, per ore e ore, si è inscenata una rappresentazione unica, a base di Sangue e Fede: le immagini cruente del volto insanguinato si accompagnavano a litanie ossessive, beatificanti la vittima fino a elevarla, con don Verzé a Porta a Porta, a novello Cristo (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”); chi osava rifiutare l’equiparazione aggressione-opposizione ri-bollato da tutti, da Capezzone alla Zanicchi, come odiatore e mandante morale dell’aggressore. Colpiva, da quello show, la sparizione dei fatti. Di molti fatti: gli insulti scagliati da anni da Berlusconi e sottoposti contro chi, per credo politico o dovere istituzionale, ne avversa i piani; le contestazioni toccate a suo tempo a Prodi, tra il tripudio ghignante della destra e la civile accettazione di Prodi stesso; l’attentato patito da quest’ultimo nel 2003, e da lui vissuto con riserbo, senza grancasse mediatiche, vittimismi ringhiosi o patenti di odiatori affibbiate a nessuno. Il fatto che oggi, dai sondaggi, tale rappresentazione risulti premiante, ne conferma il carattere totalitario: le fiction a reti unificate trionfano inevitabilmente. Enzo Costa


Il discorso della montagna di Bonn


l'Unità 24/12/09


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